Pagina 14: Conclusioni
Possiamo quindi trarre le seguenti
schematiche conclusioni:
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Internet è la rete delle reti, un collegamento continuo fra reti
diverse con funzionalità specifiche, in grado di comunicare perfettamente
fra di loro, che sta cambiando il nostro modo di comunicare, di lavorare,
di divertirsi e di fare affari. In una parola, ci sta portando verso la
Società dell’Informazione.
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La Società dell’Informazione ha già in parte investito la
nostra società, ma non l’ha ancora trasformata radicalmente. Come
tutti i cambiamenti, porta con sé grandi difficoltà ma anche
enormi vantaggi. Internet, nel settore economico, è lo strumento
che a tutt’oggi dovrebbe permettere l’accesso a questi vantaggi e opportunità,
ma per adesso non sembra riscuotere quel successo commerciale e di pubblico
che ci si aspetterebbe e che potrebbe sostenere.
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Le relazioni, e quindi l’adozione, di Internet nelle PMI sono altalenanti:
molto dipende dai settori di appartenenza, dalle dimensioni ecc.; si è
riscontrata una forte carenza di informazioni sulle possibilità
offerte dalle nuove tecnologie e spesso una non conoscenza delle capacità
degli strumenti già adottati. Manca in pratica una mentalità
aperta e disponibile alle innovazioni.
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L’impatto di Internet nelle aziende è ancora molto limitato, ma
le imprese paiono interessate ad approfondire la conoscenza della rete,
grazie a nuovi concetti e soluzioni di lavoro come, per esempio, le Intranet.
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Le aziende, dal canto loro, non paiono disposte ad investire troppo sulle
nuove tecnologie, e in generale preferiscono affidarsi a sistemi informativi
meno aggiornati ma più collaudati, pur mantenendo un vivo interesse
sulle novità.
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La Comunità Europea ha reagito a tutto questo in modo molto attivo
ed imminente, istituendo Forum, consultando gruppi di esperti, adottando
decisioni e Libri Verdi, varando 5 server di riferimento e adottando tutta
una serie di misure per facilitare l’avvento della Società dell’Informazione
e per restare competitiva con gli Stati Uniti e il Giappone, fra cui la
liberalizzazione del mercato delle TIC prevista per il 1998. Anche il G7
si è impegnato in questo senso, riconoscendo l’importanza e la necessità
di assecondare e guidare allo stesso tempo il cambiamento sociale che stiamo
vivendo in questo momento.
Mi piace concludere questo lavoro
con una riflessione. Credo, assieme ad Andrea Aparo, giornalista, che quando
la gente deciderà di non scambiarsi più idee e informazioni,
Internet finirà. Se finiremo per usarla come una specie di televisione
multicanale dove fare dello zapping più o meno maniacale senza parlarci,
Internet come la conosciamo oggi non ci sarà più. Ci saranno
un paio di multinazionali che controlleranno il tutto. Ci sarà ordine,
tranquillità, e molta stupidità. Può accadere che
un mezzo di comunicazione nato e inventato per essere interattivo finisca
per essere usato in modo del tutto passivo. E questo purtroppo non è
fantascienza: è già successo. "Dobbiamo ricordarci che il
valore di questo formidabile sistema non risiede tanto nella sua dimensione
fisica o nella sua efficienza. Il suo valore è funzionale dell’uso
che se ne fa. Per la prima volta nella storia del genere umano abbiamo
la possibilità di comunicare simultaneamente con milioni di nostri
pari, di fornire intrattenimento, istruzione, ampliare la visione delle
problematiche nazionali e degli eventi della nazione. Abbiamo la responsabilità
di fare sì che esso venga dedicato a fornire un servizio reale e
che il materiale trasmesso venga sviluppato in modo da avere un effettivo
valore". Lo ha detto Herbert Hoover, ministro del Commercio del governo
federale e presidente degli Stati Uniti. Era il 1924 e parlava della radio
(Aparo A., "Cinque domani facili", in Rapporto Information Technology,
suppl. di La Repubblica, martedì 19 settembre 1995, p. 13)
Pagina 1: Introduzione
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Ultimo aggiornamento: 15 luglio 2006
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